Tamiya 35296


Kit: M13-40
Scala: 1/35
Tipologia: Multimedia
Stampo: Parzialmente nuovo
Prezzo: € 34.95

 

Inizialmente l'annuncio della riedizione da parte di Tamiya sia del semovente da 75/18 che del 13/49 mi ha messo fra coloro che ritenevano di trattasse dell'ennesima riedizione non rivista di questi due storici modelli. Poi cominciarono ad essere diffuse le prime immagini e assolutamente non mio malgrado, mi sono dovuto ricredere...
La confezione ha lo stesso ingombro in superficie di quella del "vecchio" M13 ma è di un paio di centimetri pù alta per poter alloggiare gli "extra" che sono stati aggiunti a questa edizione che non ha più come rifermento di catalogo il 35034 ma il 35296. Come sempre è robusta e si compone di un coperchio e di una vasca in cartoncino abbastanza pesante e che ben ripara il contenuto da eventuali danni derivanti dal trasporto. Anche la cambia con una gradevole box-art che ci offre una vista della tre quarti anteriore sinistra di un mezzo del VII battaglione in Africa settentrionale con la caratteristica mimetica a due toni.
La confezione contiene:
  • nove stampate in plastica ad iniezione
  • una sezione di cavo sintetico intrecciato
  • una plancia in fotoincisione
  • una canna in metallo tornito
  • un foglio decal
  • quattro capsule in vinile da inserire nelle motrici
  • un pieghevole in formato di circa 17x26 cm con le istruzioni per il montaggio e la colorazione (8 pagine)
Il foglio decal a corredo del kit è di dimensioni maggiori di quelle del suo predecessore è stampato bene ed in registro e consente di realizzare tre soggetti con targa italiana (tutti di M13) ed uno in mani italiane, anche se le istruzioni ne riportano solo tre (due italiani ed uno australiano:
  • VII battaglione della 132^ Divisione Ariete - Nord Africa
  • X battaglione della 133^ Divisione Littorio - Norda Africa
  • Australian Army - Nord Africa

Tutte le targhe posteriori sono fornite sia con fondo trasparente che bianco, con le prime che probabilmente sono da utilizzare su quelle in fotoincisione. I contrassegni tattici, tutti standard sono di colori e dimensioni corrette e consentono di realizzare tre carri del I. II e III plotone della 1ª, 2ª e 3ª compagnia con possibilità di scegliere. ma attenzione a separare prima di immergerle in acqua i numeri dalle decal, fa il 1°. 2° e 3° carro per la 1ª cp., 4°, 5° e primo per la 2ª e 2°, 3° e 4° della prima.

Le indicazioni sulla colorazione con la sola indicazione dei riferimenti alla gamma Tamiya (solo acrilici) ed i relativi profili in toni di grigio sono chiare e riportati sull'apposito foglio e su uno dei lati esterni della scatola.

Le stampate sono tutte in plastica color sabbia che appare della consueta qualità cui la casa giapponese ci ha abituati negli anni. Non ci sono stampate trasparenti e quindi o si colorano in tonalità argentate le parabole dei fri o si dovranno replicare in altro modo.
Il livello di dettaglio è come sempre buono e rimane coerente su tutte le superfici ed i dettagli, con i particolari più piccoli ben stampati, con le bave ed i segni di giunzione fra gli stampi presenti ma non sono eccessivamente spessi e non dovrebbero presentare particolari difficoltà in fase di rimozione. Più seccanti da togliere invece i segni degli estrattori all'interno della vasca.

Per l'analisi delle parti seguirò la sequenza di montaggio così come presentata dalle istruzioni.

Le ruote motrici sono nuove e molto ben fatte e compaiono sulle stampate "X" (anche se le vecchie fanno ancora parte della "A"), hanno le viti sull'anello più esterno in rilievo (le vecchie erano incassate) ed i rivetti contrali sono tutti con le corrette basi esagonali e le teste coniche. Quelle di rinvio sono ancora le vecchie e tutto sommato buone.
Venendo alle sospensioni, sono le stesse del vecchio kit e purtroppo vanno rilevati gli stessi problemi: non sono snodate, le balestre sono molto cariche, ai i rulli di rotolamento devono essere resi passanti tutti i fori di alleggerimento (basterà però armarsi di un trapanino a mano e di un po' di pazienza si tratta di rifare solo 512 fori) e dovrebbero essere eliminate le sporgenze della parte metallica rispetto a quella gommata e ne andrebbe reincisa la linea di demarcazione. Quello che invece è stato corretta è la piastra di fissaggio superiore della balestra che ora riporta correttamente quattro dadi al posto dei dei kit referenza 35034.
Anche i rulli tendicingolo superiori sono rimasti quelli del primo kit e presentano una sezione errata e gli stessi problemi riscontrati sui rulli di rotolamento ad eccezione dei fori di alleggerimento. Il sistema tendicingolo posteriore presenta sempre troppi pochi rivetti di fissaggio allo scafo ed un'appendice non riscontrabile fra le due labbra interne verso la prua del carro.

La vasca dello scafo presenta già stampati il pavimento e le pareti laterali e riporta internalmente due longheroni trasversali di rinforzo (posti rispettivamente a cira un centimetro dalla prua e dalla poppa) che andranno rimossi se verranno lasciati i portelli aperti in quanto non presenti sul mezzo reale. A questi si fissa anteriormente la piastra corazzata convessa di prua che presenta il corretto numero di rivetti (anche se non sono con testa conica e base esagonale) ed ha tre depressioni a sezione quadrata con angoli smussati in cui centralmente si monterà l'anello e su quelli laterali i ganci di traino. Tutti e tre questi elementi mancano dei quattro rivetti a testa tonda con cui erano fissati.
La piastra posteriore inclinata è di forma corretta, ma manca di diversi rivetti (due nella parte centrale e tre ciascuno sui sostegni laterali dei tendi cingolo) e reca pre-stampato un gancio di traino di tipo tardo.

Dove sembra che Tamiya abbia fatto un ottimo lavoro è la parte relativa ai cingoli. Quelli in vinile del vecchio kit non erano molto ben riprodotti e si rivelavano sempre piuttosto bizzosi al montaggio. Questi sono in plastica, sono a sezioni ed hanno già stampato un realistico effetto peso che sembra rendere superfluo il ricorso a delle alternative in resina o in metallo. Il lavoro del modellista è anche semplificato dal fatto che le sezioni di due maglie da montare attorno a motrici e rinvii sono già curvate.

La parte superiore dello scafo ha la piastra anteriore scafo che presenta il corretto posizionamento e numero di rivetti così come i portelli per l'aerazione/ispezione degli organi di trasmissione e dell'impianto frenante. Meglio rimuovere, anche se sembra avere lo stesso diametro di quello in fotoincisione (e davvero ben fatto) presente nella lastrina, il simulacro dell'insegna dello Stato attorno al cui perimetro andranno aggiunti i tre rivetti che lo fissavano.
Anche se il testimone che evita la compressione dei parafanghi riporta la dicitura "Tamiya 1974", posteriormente le griglie di areazione presenti sul ponte motore sono state rifatte e presentano le lamelle blindate nella disposizione corretta per un M13 (disposte longitudinalmente e non latitudinalmente come nel vecchio kit). Altre differenze con il suo predecessore sono la presenza dei supporti per il fissaggio dei parafangi (lunghi) alla casamatta ed il miglioramento della parte terminale anteriore degli stessi.
Sono state rivisitati anche le marmitte, il tappo del liquido refrigerante sul ponte posteriore fra le due griglie e tutti gli attrezzi da zappatore, in questo caso separati dai relativi supporti.
Venendo ai parafanghi, questi riportano lateralmente gli attacchi alla casamatta, sono sempre poco "avvolgenti" nella parte anteriore, però Tamiya questa volta ha previsto gli sportellini d'ispezione in fotoincisione da montarvi nella parte interna anteriore.
Il cavo di traino è fornito come sezione di cavo sintetico intrecciato con dei bei capicorda in plastica aperti inferiormente per facilitare il fissaggio del cavo all'interno.
Nella confezione troviamo anche quattro taniche di buona fattura, prive di alcun sistema di fissaggio, e che le istruzioni ci mostrano in una posizione poco plausibile. In ogni caso non dovrebbero esserci difficoltà nel presentarle altrove avendo cura di aggiungere anche i supporti.

Passando alla casamatta questa sulla piastra anteriore, quella con lo scasso del visore del pilota, ha la fila più in alto che riporta otto invece dei sei rivetti di un M13 ed invece di due rivetti sul predetto visore ha due fori, mentre lateralmente sono corretti come numero anche se la forma non lo è (tutti i rivetti dovrebbero essere a testa conica e con la base esagonale ma sono presenti solo sulle nuove motrici). Sulla paratia laterale sinistra nella fila verticale più verso prua manca un rivetto (sono quattro anzichè cinque) ed il portello di accesso laterale sinistro reca già stampata la maniglia per l'apertura. La parte esterna del cielo, così come sul vecchio kit, non presenta alcun rivetto. In ogni caso c'è da dire che i rivetti in tale locazione erano del tipo con testa affogata (a filo con le piastre corazzate) e quindi non tutti sono sempre visibili sul mezzo reale. Se si propende per la loro aggiunta suggerisco di replicarli con del plasticard non superiore a 0.10 mm di spessore.

La torretta per quanto di lunghezza corretta, vista in pianta presenta un piccolo errore nella forma (difficilmente apprezzabile senza i disegni alla mano) ed è di circa un mm più alta del dovuto così come sono un po' troppo in rilievo i sistemi di fissaggio dei portelli ed il labbro a sovrapporre del battente destro del portello è sovradimensionato ed andrebbe quanto meno ritoccato se non addiritttura eliminato e rifatto con del plasticard od un avanzo di fotoincisione. Lungo tutto il perimetro della piastra superiore della torre mancano diversi rivetti che in questo caso dovrenno però essere aggiunti.
La Breda per uso contraereo per quanto perfettibile rimane a mio avviso ancora la migliore che ci sia in circolazione anche se come minimo necessita della sostituzione della parte terminale della canna con una sezione di ago ipodermico di dimensioni adeguate. Anche questa è stata oggetto di miglioramenti ed ha ricevuto un supporto più consono ed un mirino in fotoincisione.

Purtroppo non sono previste parti trasparenti e quindi o si ricorre a sistemi alternativi o si dovrà colorare in argento la parabola fornita nello stesso colore delle stampate.

A compensare la summenzionata mancanza la casa giapponese ha incluso due figurini di buona fattura a cui, personalmente suggerisco di sostituire le teste, mentre i panneggi sono buoni, l'equipaggiamento corretto (finalmente delle bandoliere della giusta misura!) e le pose militarmente plausibili. La stampata su cui si trovano è la "Z" ed è in comune con il semovente.

La piccola lastrina in fotoincisione oltre a quanto già visto (collimatore per il tiro antiaereo, insegna dello Stato e portellini d'ispezione dei parafanghi) reca anche i porta targa posteriori e le chiusure delle cassette porta attrezzi laterali

Le istruzioni sembrano chiare, sono stampate in bianco e nero con un'alternanza di disegni al tratto ed in scala di grigi e paiono poterci guidare senza eccessive difficoltà le 8 fasi su cui si articola il montaggio.


Livello di dettaglio:
Accuratezza:
Rapporto prezzo/qualità:
Valutazione complessiva:

Credo che Tamiya abbia centrato un altro obiettivo, ossia quello di rendere nuovamente appetibile un kit decisamente non più al passo con i tempi. Personalmente non ho mai amato il kit del 13/40 della casa giapponese per la scomposizione delle parti a me non proprio congeniale, anche se ne ho montati diversi ottenendo sempre dei risultati che mi hanno soddisfatto. Al di la delle magagne della torre e della rivettatura che, oltre ad essere su alcuni pannelli della sovrastruttura sovrabbondante e su altri carente, non è comunque corretta in nessuno dei modelli in scala 1/35 su scafo M in cui abbia avuto modo sin qui di imbattermi (la forma dei rivetti dovrebbe essere con base esagonale e testa tronco-conicasmussata), l'insieme una volta montato risulta equilibrato e nell'insieme gradevole.
Le nuove stampate conferiscono al modello due nuovi figurini di buona qualità, dei cingoli, le migliori ruote motrici (queste con una rivettatura ottima), un set in fotoincisione essenziale oltre a diversi dettagli di pregevole fattura e nell'insieme non richiede necessariamente a chi acquisti questa scatola di ricorrere a degli esborsi aggiuntivi almeno pari se non superiori a quello del modello in questione che, visti anche i tempi, mi sembra relativamente contenuto.
Per quanto riguarda invece la collocazione storica del soggetto da scatola, riferito a quanto dichiarato dal produttore come un M13/40, può essere d'ausilio la tabella che segue, anche se è corretto puntualizzare come la classificazione utilizzata e che prevede prototipo, iniziale, intermedio  e tardo è arbitraria (anche se meno di quella in prima, seconda e terza serie che invece non ha alcun riscontro) e viene impiegata solo per cercare di collocare temporalmente alcune modifiche apportate singolarmente sui mezzi a partire da un preciso numero di telaio:

Particolare M13 prototipo M13 iniziale M13 intermedio M13 tardo M14 iniziale
Martinetto collocato posteriormente a sinistra

Tappo del radiatore posteriore


Marmitte
Griglie ponte motore
Bugna per maggiore depressione del pezzo

Parafanghi


Gancio di traino sulla piastra posteriore



Montatoi laterali

Se ne deduce che senza l'apporto di modifiche a quanto contenuto nella scatola non vi sono mezzi ex-fabbrica riproducibili, anche se potrebbero essercene stati alcuni "ibridati" in teatro. Il modello si avvicina maggiormente ad un M13 di tarda o ad un M14 di iniziale produzione. Nel secondo caso sarà necessario modificare solo la parte anteriore dei parafanghi che è più arrotondata, mentre nel secondo, fermi restando i lavori sui parafanghi, bisogna anche rifare il gancio di traino sul piastrone posteriore. In ogni caso si tratta di modifiche alla portata di chiunque abbia una discreta manualità.
In conclusione complimenti alla Tamiya che ci propone un modello praticamente alla portata di tutti e che consente anche a chi non si fosse mai cimentato con dei kit multimediali di farlo senza grossi patemi d'animo.

Note: La valutazione espressa non è direttamente riconducibile ad uno o più parametri assunti come riferimenti assoluti, ma esprime quelle che sono le impressioni del redattore riguardo lo specifico kit

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