La scala 1:32, tradizionalmente adottata per riprodurre soggetti aeronautici, si è recentemente arricchita di un nuovo kit, dedicato a un classico soggetto della II G.M. Il Mustang della Dragon si inserisce così nella nuova serie dei caccia del periodo bellico, realizzati ex novo, in questi ultimi anni, da Hasegawa e Tamiya. La scatola contiene:
- nove stampate sigillate separatamente in polistirene grigio, due delle quali sono trasparenti, una per la capottina, il parabrezza, le luci e la strumentazione, mentre l’altra riguarda le due cofanature superiori del motore
- una bustina contenente tre pneumatici per i carrelli, realizzati in policarbonato morbido nero
- una bustina contenente le due molle per le gambe del carrello principale e tre perni in metallo per incernierare i piani di coda e gli ipersostentatori
- una bustina contenente il foglio di fotoincisioni dedicate alle cinture di sicurezza, al cruscotto e alle griglie del radiatore
- un pieghevole con le istruzioni
Le decalcomanie, stampate nitidamente e complete di scritte per le pale dell’elica e i carichi esterni, consentono la realizzazione di tre soggetti tutti color alluminio lucidato, ma con insegne sgargianti, in forza alla 8 Air Force, di base in Inghilterra nel ’44:
- il famoso “Petie II”, caratterizzato dal muso blu chiaro, in forza al 487th FS, 352nd FG, 8th AF
- il “Kay’s Kite”, dal muso giallo e timone rosso, in forza al 374th FS, 361st FG, 8th AF
- il “Double Trouble II”, porta una strega volante dipinta sul muso a scacchi gialli e neri, oltre al timone nero. Il reparto di appartenenza era il 352nd FS, 352st FG, 8th AF.
Il dettaglio della superficie si presenta in negativo, molto fine caratterizzato da numerosi rivetti. Tutte le superfici mobili sono da montare separatamente, ipersostentatori, flabelli del radiatore e superfici di compensazione, evitando, a chi desiderasse ambientare il modello in un diorama, di doverle tagliare. Il timone è rappresentato solo nella versione rivestita in tela, e non in quella successiva, interamente alluminio. Il motore Merlin-Packard è scomposto in numerose parti, gli scarichi, già forati, sono forniti solo carenati. Le quattro pale dell’elica, fornite separate, sono della versione Hamilton Standard, tipica del periodo bellico. Per chi intendesse mostrare il motore, può lasciare aperto il relativo vano, o non verniciare i due cofani superiori. Dei due cofani trasparenti sopraccitati, confrontandolo con i disegni al tratto in mio possesso, quello destro mostrerebbe, subito davanti agli scarichi, un pannello quadrato, assente su questo lato. L’abitacolo è completo di molti dettagli, tra i quali ho apprezzato molto il cruscotto, realizzato da una base in plastica, su cui sovrapporre, a scelta, la fotoincisione o il pezzo in plastica trasparente, dopo averli rifiniti con gli strumenti stampati sul foglio di decalcomanie. La capottina è, purtroppo, fornita in una sola versione, quella del primo modello, più rastremata, fabbricata in California. La forma della capottina sembra corretta ma, non ho trovato riscontro, né su disegni, né su foto, della sottile linea in rilievo che la percorre sul suo asse longitudinale. Prima di chiudere le ali, si possono includere le sei dettagliate mitragliatrici Browning complete di nastri ma, se si desiderasse mostrare i due vani armi, si renderebbe necessario incidere i pannelli sul dorso delle ali e provvedere a dettagliarne il lato interno. La soluzione operata dalla Dragon rende il lavoro più semplice a chi preferisce montare gli aeroplani fermi al suolo, ma con abitacoli e pannelli chiusi. Il vano dei carrelli è sufficientemente profondo, ma i dettagli si limitano ad alcuni cablaggi in rilievo. Le gambe e i cerchioni dei carrelli sono molto particolareggiati, completi di molle, forcella antitorsione in due braccetti separati e cavo dei freni. I carichi esterni da agganciare sotto le ali sono, a scelta, due bombe, due serbatoi metallici o due serbatoi a sezione cilindrica in materiale cartaceo impregnato. I sei razzi meritano un discorso a parte. Dal momento che le decalcomanie di questa scatola intenderebbero proporre tre Mustang di base in Inghilterra, il cui impiego era inteso come la scorta a lungo raggio per i bombardieri che volavano sopra l’Europa, il solo carico da appendere ai due piloni sotto le ali sarebbero i serbatoi ausiliari. Purtroppo, sotto ogni semiala, sono presenti sei feritoie rettangolari per l’innesto dei razzi, difficili da chiudere con lo stucco, vista la superficie fittamente incisa da numerosi rivetti. I Mustang equipaggiati di piloni per i razzi, uscirono di fabbrica solo verso la fine della Guerra, operando per azioni di attacco al suolo e si videro raramente nei cieli d’Europa. Si potrà perciò ricorrere a qualche foglio di decalcomanie alternativo, di Mustang impiegati per l’attacco al suolo in Europa con le insegne della 9 Air Force, o operanti contro le forze giapponesi o in Corea nel ’50.
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